mercoledì 29 giugno 2011

IL MIO MESSICO


inauguriamo la sezione "Diari di Viaggio" con la testimonianza di Sara che ci racconta il suo viaggio in Messico:

"la mia avventura Messicana inizia giovedì 5 Agosto 2010: partenza all'alba da Malpensa, scalo New York, e poi volo su Mexian Airline in direzione Ciudad.
L'aria messicana che mi travolge sa di tacos e margarita ed io sono gia perdutamente innamorata.
Arrivati in albergo il ragazzo che ci prende i bagagli mi riempie di domande sul calcio italiano e mi trovo a scoprire che è molto più aggiornato di me. (davvero Kaka non gioca più nel Milan?)
(...)
il mio tour Messicano è partito da Ciudad per poi spostarsi a Cuernavaca e Toluca ed arrivare dopo aver toccato i maggiori centri a Città del Messico.
Davanti all'immensa statua di Cristoforo Colombo sono rimasta paralizzata a bocca aperta come una bimba di cinque anni, mi sono commossa davanti alla Catedral de Santiago, ho corso sulla playa de Mismaloya ed ho finto di essere una messicanina al Mercado Juarez.
iL mio Messico è verde, giallo, rosso ed arancione.. è la Tequila al cocco e quella Fix... è una musica a percussione non esce più dalla testa ... è una spezia che non scorderò mai ... è lo sguardo di un bimbo a Hildago ... è un ballo che vorrei imparare a ballare .... e ... perché no... il mio Messico è anche un Sombrero che non stava in valigia..."
Grazie Sara..
ASPETTIAMO I VOSTRI RACCONTI CARAIBICI

ESPRIMI UN DESIDERIO ALLA DEA CALIPSO...


la notte del 22 Luglio è da millenni la notte della Dea Calipso, ninfa dei mari tanto splendente quanto tremenda e dannata.
La leggenda narra che ogni anno durante questa serata estiva, chi è in riva al mare può udire il suo lamento di dolore per la perdita di Ulisse, di cui era disperatamente innamorata.
... Durante il suo gemito.. Calipso concede ad ogni umano che condivide il suo tormento un Desiderio.
.. La notte del 22 Luglio alza lo sguardo alla stella più luminosa del cielo ... senti dentro di te la passione di Calipso.. e poi chiedile di esaudire quel desiderio che brucia dentro di te..

iL CODICE ETICO DEI QUADRI DELLO STATO CUBANO

ESSERE SINCERO, NON NASCONDERE MAI LA VERITÀ. LOTTARE CONTRO LA MENZOGNA, L'INGANNO, LA DEMAGOGIA, LA FRODE.
Essere scrupolosamente veritieri sull'informazione riguardante il proprio lavoro, quello di altri, il compimento dei piani , o qualsiasi altra questione. Trovare la forza nella ragione, nella sincerità, nella verità e nella coscienza.

• COLTIVARE L'UMILTÀ, LA DIGNITÀ E L'ONORE..
Rifiutare, per tanto, qualsiasi proposta che mini questa dignità, nonostante le carenze e le limitazioni del periodo speciale. Applicare la massima Martiana "la povertà è transitoria, non lo è invece il disonore che, con il pretesto della povertà, è solito abbrutire gli uomini."

• PROMUOVERE E PORTARE A TERMINE LA DISCIPLINA, IL RISPETTO, LA LEALTÀ COSCIENTE VERSO IL PARTITO, LA COSTITUZIONE E LE LEGGI.
Educare se stessi e formare i propri subordinati all'ordine e all'obbedienza rigorosa delle leggi e delle regole stabilite.

• PRATICARE ED EDUCARE SE STESSI E GLI ALTRI AL RISPETTO.
Educare con l'esempio personale, con un comportamento esigente verso se stessi e verso gli altri, con il rispetto e il tatto che devono regolare le relazioni con la collettività.

• MANTENERE GLI IMPEGNI E LA PAROLA DATA.
Dar valore alla parola di un rappresentante dello stato e del popolo cubano, sia in ambito nazionale che nelle relazioni con gli stranieri.

• COMBATTERE L'APATIA, L'INDOLENZA, IL PESSIMISMO, IL DISFATTISMO, L'ESSERE IPERCRITICI.
Mantenere una costante vigilanza su tutti quei fatti o quelle attitudini che possono ledere gli interessi del nostro stato e della nostra società.

• ESSERE ONESTO E PRATICARE LA CRITICA E L'AUTOCRITICA.
Combattere energicamente ogni intento tendente ad ostacolare la critica, così come la compiacenza e la tendenza ad esagerare i propri risultati.

• CONSIDERARE DANNOSA L'ATTITUDINE A GIUSTIFICARE, L'INAZIONE DI FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ E AGLI ERRORI, LA MANCANZA DI INIZIATIVA.
Tali tendenze ostacolano la ricerca di soluzioni alternative ai problemi e alle limitazioni oggettive e soggettive.

• ESSERE IN GRADO DI TROVARE NUOVE SOLUZIONI PER PROBLEMI VECCHI E NUOVI.
Rettificare è anche creare, è aprire nuove strade e cammini che conducano alla meta. Trovare formule umane, legali e morali per dar risposta alle necessità dell'economia e della società.

• STRINGERE I VINCOLI CON I LAVORATORI E CON IL POPOLO, DIMOSTRARE LORO RISPETTO E FIDUCIA. ESSERE SENSIBILI AI LORO SENTIMENTI, ALLE LORO NECESSITÀ ED OPINIONI.
Occuparsi sollecitamente dei problemi che si incontrano durante e in virtù delle proprie responsabilità. Aiutare ad orientare e a risolverli e, quando le limitazioni materiali lo rendano impossibile, dare una spiegazione corretta e veritiera che aiuti a comprendere le reali difficoltà .

• BASARE LE RELAZIONI DI AMICIZIA SUI PRINCIPI E SULLA MORALE RIVOLUZIONARIA.
Non stabilire mai rapporti di questo tipo con elementi controrivoluzionari o con individui antisociali. Combattere le attività illecite dalle radici.

• MANTENERE UNA CORRETTA AMMINISTRAZIONE DELLE RISORSE DELLO STATO.
Essere esempio di onestà, modestia e austerità, sia nella vita pubblica che in privato, in modo tale che questa immagine di integrità morale si trasmetta non solo ai propri subordinati, ma a tutti coloro con i quali si hanno relazioni nell'ambito della società. Speciale attenzione ed esempio di rigore va tenuto nei confronti della propria famiglia.

• UTILIZZARE LE PREROGATIVE E LE FACOLTÀ INERENTI ALLA PROPRIA CARICA, COSÌ COME LE RISORSE ASSEGNATE, SOLO PER PORTARE A TERMINE IL PROPRIO LAVORO.
Sentirsi responsabili e rispondere davanti ai livelli superiori del proprio operato in modo tale che i propri subordinati mantengano una condotta similare.

• DEDICARSI PER INTERO E CON PASSIONE AL GIUSTO COMPIMENTO DELLE RESPONSABILITÀ RICEVUTE.
Al quadro dirigente non è dato di intraprendere, per vivere, nessun altro lavoro che lo distragga dal proprio dovere. L'amore per il proprio dovere è l'intima convinzione del fatto che l'essere umano ha la possibilità di miglioramento e perfezionamento, che possono realizzarsi con fermezza di volontà e con la dedizione senza riserve al bene pubblico del nostro popolo.

• NEL LAVORO E NELLA SOCIETÀ MANTENERE UNO STILE DI VITA ESEMPIO DI RISPETTO E FIDUCIA.
Distinguersi per la semplicità, l'assenza di ostentazione e di atteggiamenti consumisti e di qualsiasi manifestazione che offenda la sensibilità del nostro popolo.

• L'AMMINISTRAZIONE STATALE NON DA NESSUN PRIVILEGIO, NÈ NESSUN DIRITTO IN PIÙ RISPETTO A COLORO CHE NON HANNO QUESTO TIPO DI INCARICHI.
Coloro che assumono l'incarico dell'amministrazione statale non devono trarre vantaggio né beneficiare altri in ragione di rapporti di parentela, amicizia, o di scambio di favori. La propria carica si utilizza per rappresentare, difendere e servire il popolo, legittimo padrone della ricchezza sociale.

• LA CORRUZIONE DENIGRA SIA CHI VI INCORRE SIA CHI LA TOLLERA.
La corruzione è, di fatto, un regresso, un freno e un crimine contro la società socialista. Di qui l'obbligo di denunciarla e di combatterla, anzitutto con l'esempio e la costante autocritica, unica forma per mantenersi incorruttibili di fronte alle tentazioni dell'economia di mercato, con la quale siamo costretti ad avere rapporti.

• NEL PRENDERE DECISIONI APPOGGIARSI AL RAGIONAMENTO COLLETTIVO E ALLE PROPRIE CAPACITÀ PERSONALI.
Ciò deve avvenire in modo totalmente privo di volontarismo, vanità, improvvisazione, ingiustizia, mediocrità professionale. Non deve essere al servizio dei propri interessi o di quelli dei propri amici, così come non lo deve essere del settarismo, del disprezzo della dignità altrui o dell'indifferenza nei confronti di conseguenze future che non coinvolgono personalmente. Combattere la vanagloria, l'intolleranza, l'arroganza, l'insensibilità, rischi, questi, incompatibili con l'esercizio dell'autorità rivoluzionaria.

• DECIDERE IN BASE ALLE PROPRIE FACOLTÀ, SENZA PRENDERE DECISIONI INUTILI, MA SENZA TIMORE DI EVENTUALI ERRORI PERSONALI.
Condurre con fermezza il proprio collettivo al compimento dell'obbiettivo o dell'impegno assunto, imprimere ferrea volontà di portare a termine ciò che può dare risultati. Dimostrare fiducia ai propri subordinati e dar loro la sicurezza della vittoria. Assumersi personalmente la responsabilità delle decisioni prese. Non pretendere mai di utilizzare questo principio per giustificare indisciplina o irresponsabilità.

• SVILUPPARE LA DISPONIBILITÀ AL DIALOGO E ALLA COMUNICAZIONE ALL'INTERNO DEL COLLETTIVO.
È un elemento indispensabile per verificare le decisioni prese e per creare un ambiente di lavoro unito e partecipativo.

• ESSERE RISERVATI E REGOLARE L'INFORMAZIONE AL PUBBLICO.
Tutti i rappresentanti dello Stato hanno il dovere di mantenere il segreto di stato su tutte le informazioni e gli argomenti al fine di contribuire alla protezione dell'interesse nazionale contro azioni nemiche o di evitare spiacevoli problemi e conflitti sul lavoro e nelle relazioni interpersonali.

• SVILUPPARE UNA POLITICA DI QUADRI BASATA SUL MERITO E SULLE CAPACITÀ.
Tale politica deve essere intrapresa particolarmente nella formazione dei sostituti, e nella selezione, attenzione, promozione dei collaboratori più stretti. Deve comunque essere accompagnata ad una adeguata politica di riconoscimento e stimolo di coloro che lo meritano.

• MOSTRARE DISPONIBILITÀ DI FRONTE AI PROBLEMI DEI PROPRI COMPAGNI.
Aiutare, senza nocivo paternalismo, quei quadri che hanno commesso errori nel compimento dei propri compiti, ma che comunque mantengono una buona attitudine rivoluzionaria, disponibilità a correggersi e ad occupare un posto nelle trincee della Patria e del Socialismo, in base alle proprie capacità, virtù e ai propri difetti.

• CONSIDERARE LA COMPETENZA PERSONALE, L'INTEGRITÀ MORALE E IL DIRITTO DEL LAVORATORE SULLA BASE DI CAPACITÀ E IDONEITÀ COMPROVATE.
Sono doveri fondamentali nel momento di proporre e dare lavoro. Ciò non va fatto in virtù di amicizie, rapporti di parentela o creando discriminazioni.

• ASSUMERE L'AUTORITÀ RICEVUTA COME UN ONORE E UN VINCOLO, MAI COME UN VANTAGGIO PERSONALE.
Il sentimento fondamentale deve essere quello di partecipare alla costruzione collettiva della nostra Patria, e la principale ricompensa di ciò è la soddisfazione che si ha nel lavoro per il benessere di tutto il popolo.

• CONTRIBUIRE, SECONDO LE PROPRIE FACOLTÀ, ALLA DIFESA. ESSERE FEDELE AI PRINCIPI DELLA PATRIA, DELLA RIVOLUZIONE, DEL SOCIALISMO.
Ciò si concretizza anzitutto nella difesa dell'indipendenza nazionale e della dignità dell'uomo, in una società basata su principi di uguaglianza, solidarietà e giustizia. Fondare su tali principi l'agire quotidiano, contribuendo così al radicamento nella nostra società di un'autentica cultura etico-politica, dovere, questo, di tutto il popolo, ma in particolare di chi lo rappresenta e di chi esercita funzioni statali.


Pubblicato sul "GRANMA" il 18 luglio 1996
Anno del centenario della morte di Antonio Maceo.


martedì 28 giugno 2011

LA DEA CALIPSO


iL mondo intero l'ha conosciuta seguendo quell'eccentrico Jack Sparrow e Pirati dei Caraibi .. appassionandosi alla tormentata storia d'amore tra la Dea del Mare e il pirata Davy Jones .. ma la leggenda di questa Dea ha radici molto più antiche.

Calipso era una ninfa bellissima, dai capelli meravigliosi, nata da Atlante e dalla dea del mare Teti. Il nome Kalypso significa "colei che nasconde", compare nel mito di Ulisse. Calipso viveva sola nella splendida isola Ogigia, dove accolse il naufrago Ulisse, divenendone l'amante ed amandolo intensamente. Pur non essendo contraccambiata lo trattenne sull'isola per sette anni ed era disposta a promettergli, se fosse rimasto con lei di renderlo immortale. Ulisse insisteva invece di voler tornare nel suo regno da Penelope. Trascorsi sette anni, sollecitato da Atena e approfittando dell'assenza di Poisedone, nemico di Ulisse, Zeus ordinò a Calipso di liberare Ulisse. Calipso dapprima si oppose, ma poiché gli ordini di Zeus erano indiscutibili, aiutò Ulisse a costruire una barca e a partire. In letteratura, i sette anni che Ulisse ha trascorso con Calipso possono essere interpretati come la raffigurazione delle distrazioni del piacere contro i doveri del comando.

Sarà ... ma ci risulta ancora impossibile separare l'immagine di Calipso dai Pirati dei Caraibi .. e .. se leggenda, storia e mitologia ce lo consento ... vorremmo farla un po' nostra..
e consacrarla Dea dei Mari dei Caraibi.

.. Dopo la partenza di Ulisse infatti, Calipso era devastata dalla perdita dell'unico uomo che aveva mai amato .. .. quella grotta dove aveva vissuto per millenni si fece sempre più soffocante ed il desiderio di fuggire cresceva ad ogni istante ..
Fu così che Calipso lasciò per sempre le acque del Mediterraneo per dare inizio ad una nuovo Mito.. il Mito di Calipso Dea dei Mari (e dei Pirati) dei Caraibi..

(...)